Relamping: (ri)accendi il risparmio

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L’illuminazione inefficiente è ancora tra i maggiori sprechi energetici domestici. Ecco perché da anni gli esperti consigliano il semplice intervento di Relamping, la rapida sostituzione delle vecchie lampadine energivore con quelle a LED, eco-sostenibili e ad alto risparmio. E tu, hai già provveduto?

 

Alzi la mano chi sa dire che tipo di lampadine ha in ogni locale della casa, da quanto tempo sono installate e quanto incidono sui propri consumi… Difficile rispondere, vero?  Eppure, stando a quanto ci chiedono i guru dell’economia mondiale, sono risposte che ognuno di noi ormai dovrebbe saper dare, visto che da anni ci è stato chiesto di eliminare le vecchie lampadine energivore, tra cui quelle a incandescenza (già fuori norma) e quelle alogene (vietate definitivamente dal 1° settembre 2018); tutto a favore delle più efficienti ed ecosostenibili luci a LED, valutandone la classe energetica dall’etichetta obbligatoria stampata sul fronte o sul retro della confezione. Richiesta, tuttavia, che abbiamo accolto solo parzialmente, visto che le statistiche dicono che a oggi sono ancora troppo pochi gli italiani che hanno provveduto a fare un personalissimo check delle luci in casa per eliminare tutte le vecchie lampadine (tra cui anche quelle fluorescenti a risparmio energetico, dalla scarsa resa visiva), così da abbattere il più possibile lo spreco energetico e al tempo stesso contribuire al nostro benessere e a quello del pianeta.

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Serve un Relamping urgente

Forza allora, è il momento di agire. E non temere: per riqualificare l’impianto di illuminazione non devi intervenire sulla struttura dell’impianto elettrico perché basta effettuare il cosiddetto Relamping, cioè la sostituzione delle lampadine meno efficienti (tra cui anche le comunissime quanto “sprecone” alogene in classe C) con le più virtuose lampadine a tecnologia LED (Light Emitting Diode), tramite una rapida e semplice operazione di tipo plug & play che si fa dai tempi in cui è stata inventata la lampadina: non devi infatti fare altro che svitare le vecchie lampadine dalle lampade e avvitarvi le nuove a LED, disponibili in più forme, tipologia di attacco e tonalità di colore. Et voilà, il risparmio è acceso.


Perché proprio i LED?

Le ragioni per cui dovremmo passare alle sorgenti luminose a LED sono tante, e si tratta unicamente di vantaggi! Ecco i principali:

  1. a parità di luce emessa, rispetto alle lampadine “tradizionali” consentono un risparmio medio dell’80%;
  2. indipendentemente dalla frequenza con cui vengono accese, garantiscono una durata maggiore rispetto a quelle tradizionali, che è legata molto ai tempi di accensione. Attenzione però: molti produttori sostengono che in condizioni ottimali le lampadine a LED possono durare anche 40-50.000 ore, ma la verità è che ogni utilizzo è un caso a sé e a fornire dati si rischia di rimanere delusi;
  3. emettono un’ottima qualità di luce, visivamente stabile grazie al fatto che l’occhio non percepisce alcuno sfarfallio;
  4. sono considerate sorgenti “pulite” e “salutari” perché non emettono radiazioni ultraviolette e sono totalmente prive di sostanze tossiche, come il mercurio;
  5. a differenza delle fluorescenti compatte, si accendono istantaneamente, arrivando a pieno regime da subito;
  6. possono essere montate su lampade dotate di dimmer, consentendo di regolare l’intensità della luce;
  7. oggi sono disponibili anche tecno-lampadine a LED smart e connesse che, grazie a un sensore integrato e a un’app dedicata, permettono di controllare da remoto l’illuminazione tramite il Wi-Fi di casa. Alcune lampadine di tipo RGB, offrono anche la possibilità di cambiare colore, tra milioni di tonalità disponibili, così da creare atmosfere e scenari suggestivi.

Pronti, via!… comincia il tuo Relamping

Considera che se, per esempio, inizi sostituendo la classica plafoniera al neon in cucina (che in media viene lasciata accesa per 5-6 ore al giorno durante i mesi invernali) con una luce a LED, potresti già evitare l’immissione in atmosfera di oltre 150 kg di CO2, l’equivalente dell’anidride carbonica assorbita da 5-6 piante di abete. Un calcolo che fa riflettere: più che un obbligo, il Relamping dovrebbe essere valutato come una grande opportunità di eco-risparmio.

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