La raccolta dell’acqua piovana: dal riciclo stagionale allo stoccaggio permanente

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L’acqua piovana può soddisfare metà dei nostri fabbisogni idrici che non comportano l’uso di acqua potabile, dall’irrigazione del giardino all’uso della lavatrice e allo scarico dei sanitari. Sei pronto a fare scorta di pioggia?

 

Lo sapevi che in molti paesi del Nord Europa i cittadini sono così attrezzati per raccogliere, accumulare e riusare migliaia di metri cubi di acqua piovana, tanto da approvvigionare… anche le caserme dei pompieri? Una sana abitudine da cui dovremmo prendere spunto anche in Italia! Oltre a far bene al Pianeta e alle nostre tasche, potrebbe infatti soddisfare anche più della metà dei nostri fabbisogni idrici che non richiedono l’uso di acqua potabile, ridimensionando gli esorbitanti consumi che, ancora oggi, si aggirano intorno ai 190-210 litri al giorno pro-capite. Vogliamo provarci e invertire marcia?

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Si può cominciare dal riciclo stagionale…

Se hai la fortuna di avere un giardino con tante piante da innaffiare, puoi raccogliere la pioggia in una cisterna, un mastello o una conca in bentonite (con una capacità di 400-800 litri) che devi collegare al tubo pluviale tramite un dispositivo “deviatore” dotato di un filtro a setaccio autopulente. Dispositivo semplicissimo da montare, che convoglierà l’acqua piovana direttamente nel contenitore. Se la cisterna o il contenitore non sono già provvisti di un rubinetto per il prelievo dell’acqua raccolta, ti servirà anche una “pompa a immersione” legata a un tubo di mandata e a una lancia o a un dispositivo per l’innaffiatura.


… e poi passare all’impianto fisso di stoccaggio

Grazie al sistema di stoccaggio permanente dell’acqua piovana potrai invece realizzare un vero e proprio impianto idrico parallelo da usare tutto l’anno. Ecco come si realizza: la pioggia che dal canale di gronda defluisce nel pluviale, viene convogliata verso un filtro a terra per passare pulita attraverso le tubazioni e finire in un serbatoio di raccolta interrato. La pioggia così filtrata e stoccata verrà prelevata solo quando serve da un’elettropompa che la convoglierà alle tubazioni collegate allo scarico dei sanitari, alla lavatrice e al lavatoio della lavanderia. Considera che un serbatoio da 10.000 litri per un tetto con superficie da 150-200 mq è adatto per gli usi idrici di una famiglia di 4 persone.

In questo modo, l’impianto idraulico di casa avrà 2 condutture distinte e nettamente separate: quella dell’acqua potabile e quella dell’acqua piovana. E se ci sono periodi di siccità, una centralina rifornisce temporaneamente la cisterna di stoccaggio con acqua potabile, più che altro per evitare che si formino cattivi odori a causa dell’acqua stagnante sul fondo del serbatoio. Occhio però: durante il periodo in cui la cisterna viene alimentata con acqua potabile, bisognerà comunque fare sempre attenzione a utilizzare l’impianto di riciclo solo per gli usi consentiti, mantenendo quindi come punti di prelievo il risciacquo dei sanitari, il lavaggio del bucato e l’innaffiatura del giardino e delle piante all’interno.


Quando conviene realizzare un impianto parallelo fisso 

Per capire quanto il sistema di raccolta, stoccaggio e riuso permanente dell’acqua piovana possa realmente convenire, è opportuno rivolgersi ai professionisti abilitati e/o ai tecnici qualificati messi a disposizione dalle aziende produttrici di tali impianti, i quali verificheranno a priori alcuni dati tecnici fondamentali, tra cui:

  1. la pendenza del tetto e il raggio idraulico del canale di gronda (cioè il rapporto tra la sua area e l’area della sezione che si bagna quando piove) che dovranno necessariamente garantire un ottimo scorrimento dell’acqua piovana.
  2. la piovosità annuale relativa alla propria zona di residenza, un dato che rileveranno moltiplicando i valori pluviometrici annuali della città per la superficie in mq del proprio tetto e per il coefficiente di rendimento delle acque meteoriche.Scommettiamo che al prossimo temporale guarderai il cielo con occhi diversi…?
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