Cottura passiva: cuocere la pasta a fuoco spento

Lo sapevi che non devi per forza tenere il fornello acceso dopo che l’acqua bolle e butti la pasta?  Vediamo insieme come funziona la cottura passiva e quali sono i suoi vantaggi.



La pasta è uno dei simboli dell’italianità. Il nostro Paese è il leader a livello mondiale, sia nella produzione che nel consumo: gli italiani mangiano mediamente più di 20 chili di pastasciutta a testa all’anno. Significa che sulle nostre tavole di rado mancano spaghetti, penne, fusilli, tortiglioni o altri formati prodotti a centinaia dai pastifici, e che necessariamente ci dedichiamo molto spesso alla preparazione di un piatto di pasta.

Metti la pentola piena d’acqua sul fornello, aspetti l’ebollizione, sali, butti la pasta, la fai cuocere a fuoco acceso per il tempo indicato sulla confezione, condisci a piacimento e il gioco è fatto.
Hai mai pensato di provare a cambiare le modalità di cottura? Scopriamo come cuocere la pasta a fuoco spento, come funziona cioè la cosiddetta cottura passiva, che ti fa risparmiare sulle bollette.


Come si fa a cuocere la pasta a fuoco spento

Per cuocere la pasta basta che la temperatura dell’acqua sia pari o superiore agli 80 °C, una condizione che non comporta l’obbligo di tenere acceso il fornello per tutto il tempo di cottura. Puoi cioè fare bollire l’acqua, salarla, buttare la pasta, tenere il fuoco acceso per 2 minuti dalla ripresa del bollore, coprire la pentola con un coperchio, spegnere la fiamma e ultimare la cottura per i restanti minuti previsti. Se, per esempio, sulla confezione degli spaghetti c’è scritto che cuociono in 10 minuti, dopo i 2 minuti a fornello accesso proseguirai la cottura senza fuoco per 8 minuti. Infine, scola e termina la preparazione in padella con il condimento scelto.


Cottura senza fuoco: come funziona?

La cottura passiva sfrutta il calore immagazzinato in precedenza dall’acqua e dalla pentola. Perché il procedimento funzioni, questo calore non devi disperdersi e dunque non può mancare un coperchio che chiuda ermeticamente la pentola, altrimenti l’acqua si raffredderebbe in breve e, in assenza della temperatura necessaria, la pasta non cuocerebbe nei tempi indicati sulla confezione.
L’acqua deve essere abbondante (indicativamente 1 litro per ogni 100 grammi di pasta).

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Cottura della pasta a fuoco spento: quali sono i vantaggi?

La cottura passiva ti dà un vantaggio economico rispetto al metodo tradizionale, soprattutto se tu e la tua famiglia siete consumatori abituali di pasta (tutti i giorni o quasi): poco alla volta, risparmi gas o energia elettrica. Cuocere a fuoco spento, poi, ti consente di allontanarti dalla cucina senza temere guai quali la fuoriuscita di acqua dalla pentola. Oppure è particolarmente utile quando devi preparare più di un piatto e hai bisogno di fornelli liberi.


Copri la pentola e non buttare l’acqua della pasta

In ottica di risparmio, ricorda di portare l’acqua a bollore in pentola con coperchio (farai prima!) e che puoi usare l’acqua di cottura in svariati modi invece che buttarla (per raccoglierla, posiziona un contenitore sotto allo scolapasta). Per esempio, in cucina è utilizzabile per allungare sughi troppo asciutti, come brodo di base per minestre e per preparare al vapore altri piatti: basta trasferirla nella pentola in cui posizionerai l’apposito cestello con all’interno gli alimenti da cuocere. Inoltre, se versi l’acqua di cottura ancora calda nel lavello, su posate, stoviglie e pentolame da lavare, ti liberi rapidamente di grasso e incrostazioni e il lavaggio sarà più rapido.

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