Come curare la santoreggia e usarla in cucina

Ha un sapore che in parte ricorda quello dell’origano, ma anche del timo limone: la santoreggia è un’erba aromatica che si sposa alla perfezione con legumi e zuppe calde e ha proprietà che la rendono utile per contrastare i malanni di stagione.



Sono una cinquantina le specie che appartengono al genere santoreggia (Santureja L.): sul territorio italiano ne crescono spontaneamente sei e tra queste la santoreggia domestica e quella montana sono le più diffuse. Non è così comune trovare quest’erba aromatica – che è originaria del bacino Mediterraneo – dal fioraio o nei vivai, ma negli ultimi tempi la sua popolarità sta crescendo: con un po’ di fortuna riuscirai a portarti a casa un vasetto da riporre su terrazzo, balcone o davanzale. E sarà senz’altro un buon acquisto, perché si tratta di una pianta ricca di vitamine e sali minerali, con svariate proprietà benefiche per l’organismo e molto versatile per le tue preparazioni culinarie (non a caso rientra nella composizione del mix delle erbe provenzali). Scopriamo dunque come curare la santoreggia e usarla in cucina.


Come curare la santoreggia in vaso

La santoreggia è una pianta rustica che poco patisce: tollera il freddo, soprattutto la specie montana, ma in ogni caso ama una posizione soleggiata. Non patisce la siccità: bagnala quando il terreno è completamente asciutto. Come per le erbe aromatiche in generale, l’importante è evitare i ristagni d’acqua. Raccogli foglie e fiori al bisogno, oppure, se vuoi essiccare la santoreggia, meglio optare per un raccolto estivo.


Proprietà della santoreggia

Calcio, ferro, fosforo, potassio, magnesio, manganese, rame, selenio, sodio e zinco: i sali minerali ci sono un po’ tutti. E non mancano le vitamine A, C e alcune del gruppo B. La santoreggia viene utilizzata come erba officinale per la cura di vari disturbi poiché i principi attivi del suo olio essenziale ne fanno un antibatterico e antivirale naturale. Combatte inoltre l’azione dei radicali liberi e ha virtù digestive e carminative, ragione per cui è un ingrediente caratteristico di tisane, infusi e liquori.

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Come usare la santoreggia in cucina

Proprio perché benefica sull’apparato gastrointestinale, la santoreggia è perfetta per il consumo insieme a legumi e pietanze che possono risultare pesanti. Non lesinare dunque quando prepari zuppe invernali e sughi elaborati. La santoreggia si abbina anche con carni e pesci al forno e alla griglia e formaggi. Osa anche con le verdure cotte e le insalate. E se ami e utilizzi abitualmente l’origano e il timo limone, di tanto in tanto prova invece al loro posto la santoreggia – che per certi versi ha un aroma che è un connubio tra i due – e apprezzane il gusto unico. Puoi consumare le foglie e i fiori di santoreggia sia freschi che secchi.


Curiosità sulla santoreggia

Nota anche come “erba dei satiri”, alla santoreggia sono state attribuite proprietà afrodisiache fin dai tempi antichi: si riteneva che potesse allentare i freni inibitori di uomini e donne. Nell’antica Grecia la pianta era protagonista nei rituali dedicati a Dioniso – e in epoca romana in quelli rivolti a Bacco.

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