Caldaia a condensazione: è sempre obbligatoria?

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La tua vecchia caldaia è al capolinea e non ti è chiaro se devi sostituirla con un modello a condensazione o puoi optare ancora per un tipo tradizionale? Ecco cosa devi sapere per non sbagliare scelta.

 

Se la tua vecchia caldaia consuma troppo e dà ripetuti segnali di cedimento, il messaggio è chiaro: è giunta l’ora di sostituirla. Quello che oggi non è altrettanto evidente è con quale modello poterla sostituire, visto che alcuni installatori montano solo caldaie a condensazione – dichiarando che oggi sono obbligatorie per legge – mentre altri  propongono anche modelli tradizionali a prezzi stracciati, decantando tali offerte come uniche e imperdibili. Di chi ti dovresti fidare?


La risposta è nella direttiva “Ecodesign”

Per capire quali caldaie possono essere acquistate e installate dobbiamo fare riferimento alla Direttiva ErP (nota anche come “Ecodesign”) che, operativa dal 26/9/2015, ha messo al bando la produzione delle caldaie tradizionali a camera stagna, imponendo ai produttori di immettere sul mercato solo caldaie a condensazione: da tale data, quindi, rivenditori e installatori hanno potuto rifornirsi solo di caldaie a condensazione potendo però smerciare le rimanenti caldaie tradizionali come fondi di magazzino, fino a esaurimento scorte. A questo punto risulta chiaro che, nel momento in cui dobbiamo sostituire una vecchia caldaia, la legge ci chiede di sposare la causa della Direttiva Ecodesign, scegliendo un nuovo generatore a condensazione. Vediamo perché e se ci sono eccezioni alla regola.


Perché proprio la caldaia a condensazione?

L’obiettivo della Direttiva Ecodesign era ed è chiaro: risparmiare petrolio, importare meno gas, ridurre le emissioni di CO2 e dare un taglio alle nostre bollette. Motivazioni da cui nasce l’obbligatorietà della caldaia a condensazione, l’unico generatore di calore a oggi in grado di raggiungere la classe energetica A, garantendo rendimenti eccellenti. Come li ottiene? Sfruttando il calore latente recuperato dai fumi di scarico che, fatti raffreddare e condensare (riportati cioè a uno stato liquido), permettono di recuperare il 18% di energia che viene poi ceduta all’impianto, facendo registrare rendimenti anche del 110%. Morale: quello che nelle caldaie tradizionali avrebbe causato danni – la condensa – in questi generatori di calore diventa una risorsa che porta a risparmi energetici fino al 30%. Costa un po’ di più, ma rappresenta il miglior investimento, per le tasche e per l’ambiente.

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Ci sono eccezioni?

Sì, a causa di alcuni vincoli normativi relativi allo scarico dei prodotti della combustione, c’è un caso in cui è ancora possibile installare un particolare tipo di caldaia tradizionale, detta “a camera aperta” o a tiraggio naturale: quando si deve sostituire una caldaia convenzionale in un appartamento di un edificio multipiano e si è in presenza di una canna fumaria condominiale “collettiva ramificata” (alla quale sono allacciate tutte caldaie a tiraggio naturale) è infatti necessario installare ancora una caldaia a camera aperta al posto di un modello a condensazione.


Non dimenticare l’etichetta energetica

Ricorda: ogni caldaia in commercio con potenza fino a 70 kW dev’essere contraddistinta da un’etichetta energetica che ne dichiara la classificazione energetica, espressa in lettere: dalla A, la più efficiente e che può essere seguita dal simbolo del +, alla G, la meno performante.

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